lunedì 12 aprile 2010

NOI NON SIAMO COMPLICI...

LA POLIZIA STUPRA, LA QUESTURA DEPORTA.
ECCO IL VERO “PACCHETTO SICUREZZA”!


I Centri di identificazione ed espulsione (Cie, ex Cpt), sono
strutture create nel '98, dal governo D’Alema. In quei luoghi
donne e uomini immigrati vengono imprigionati fino a
sei mesi e poi espulsi semplicemente perché sprovvisti di
permesso di soggiorno. In Italia al momento ne esistono tredici,
ma il governo vorrebbe costruirne altri dieci. Con il
“pacchetto sicurezza” la detenzione all’interno dei Cie è
passata da due mesi a sei mesi.
In uno di questi lager, precisamente nel Cie di via Corelli a
Milano, lo scorso agosto Joy, una giovane nigeriana vittima
di tratta, ha respinto un tentativo di stupro da parte dell’ispettore
capo di polizia Vittorio Addesso. Joy si è potuta
difendere anche grazie all’intervento della sua compagna di
cella, Hellen.
A metà agosto è scoppiata una rivolta nel Cie. Sono stati
arrestati nove uomini e cinque donne. Tra queste anche Joy
ed Hellen, dopo essere state umiliate e picchiate dal solerte
aguzzino e stupratore Addesso. Dopo sei mesi di carcere e
la deposizione della denuncia per tentato stupro da parte di
Joy, tutte le ragazze sono state rinchiuse un'altra volta in Cie
sparsi sul territorio italiano. Joy è stata portata a Modena e,
da qui, il 16 marzo è stata trasferita nel Cie di Ponte Galeria
a Roma, insieme a molte altre donne nigeriane. In quei
giorni un funzionario dell’ambasciata nigeriana è entrato
più volte nel Cie romano per identificare donne e uomini
senza documenti e autorizzarne, così, l’espulsione.
Tra loro anche Joy, nonostante stesse seguendo un percorso
per ottenere il permesso di soggiorno come vittima di tratta.
L’ambasciata nigeriana, come altre, è complice delle deportazioni:
dietro congruo corrispettivo economico autorizza
l'espulsione di donne e uomini senza tener conto del loro
passato e del pericolo di vita in cui incorrono sempre e
comunque ritornando al loro paese d'origine.
Per ora l’espulsione è stata sospesa. Joy è stata riportata da
Roma al Cie di Modena, dove sono più difficili i contatti con
l’esterno. Il pericolo di venire rimpatriata rimane, nonostante
i rischi che Joy corre per la sua vita, essendo stata di
nuovo minacciata telefonicamente dai suoi sfruttatori.
COME PUÒ LA VITA DI UNA DONNA ESSERE COSÌ APPESA AD
UN FILO?
Nei giorni scorsi la questura di Modena ha riconfermato a
Joy la detenzione nel Cie per altri 60 giorni, portando così
ad un anno il suo imprigionamento nel circuito Cie-carcere-
Cie. Anche Hellen e le altre tre ragazze nigeriane di
Corelli – Debby, Florence e Priscilla – hanno avuto la proroga
di altri due mesi nei lager di Stato.
La forza che hanno dimostrato Hellen e Joy fa paura, perché
è la forza che smaschera la verità di quello che accade
dentro le mura di quei lager per migranti. Gli aguzzini che
li controllano stanno facendo di tutto per impedire che questo
precedente apra un varco o una breccia in quelle mura.
Che nessuno/a ci venga più a dire che in Italia ci sono leggi
contro la violenza sessuale e lo stalking e che è necessario
denunciare. Chiunque ancora lo pensa, da oggi in poi si
ricordi bene questo: LE FORZE DELL'ORDINE HANNO LICENZA
DI STUPRARE, ANCHE GRAZIE ALLE COPERTURE DI CUI GODONO
E GRAZIE A UN APPARATO ISTITUZIONALE CONNIVENTE.
La storia di Joy, che è solo una delle tante migliaia di storie
brutali che riguardano la vita dei e delle migranti in Italia,
ci mostra il vero volto dello stato italiano, il razzismo delle
sue istituzioni e l’arroganza degli uomini in divisa.
Psicofarmaci propinati nel cibo, violenza fisica e psicologica,
torture, ricatti sessuali su donne e trans: questa è la quotidianità
nei Cie.
Da anni ormai un lungo bollettino di guerra elenca suicidi e
forme di autolesionismo nei Centri di identificazione ed
espulsione, mentre al loro interno si moltiplicano forme di
resistenza come scioperi della fame e della sete, lotte e rivolte.
In questi lager vige il potere assoluto delle forze dell'ordine
e degli enti gestori come la Croce Rossa, la Misericordia,
l'Auxilium. Enti gestori che in quei lager mostrano il loro
vero volto, tutt’altro che caritatevole, mentre aziende come
la Concorda e la Sodexo ingrassano le loro tasche, propinando
ai reclusi nei Cie sempre lo stesso cibo – riso o pasta
al pomodoro – scaduto e avariato.
NESSUNA PACE PER CHI STUPRA E MOLESTA LE DONNE E CON
CHI GESTISCE QUESTI CIE, TANTO PIÙ SE LO FA FORTE DELLA
DIVISA CHE INDOSSA E DELLE CONNIVENZE DI CUI GODE!!!
E TU? VUOI ESSERE ANCORA LORO COMPLICE CON IL TUO
SILENZIO?
A FIANCO DI JOY ED HELLEN, CONTRO IL “PACCHETTO SICUREZZA”,
CONTRO I LAGER DI STATO PER IMMIGRATE E IMMIGRATI,
CONTRO LA PRATICA DEI RIMPATRI FORZATI E LE
FEROCI POLITICHE DI CONTROLLO DELLE
FRONTIERE EUROPEE
MESSE IN ATTO DALL’AGENZIA FRONTEX.

Nessun commento: