sabato 12 giugno 2010

BANCHETTO INFORMATIVO CONTRO I CIE A IVREA (TO)




CHIUSO IL CIE DI CROTONE!!



Finalmente il LAGER di Isola Capo Rizzuto (KR) è stato chiuso! I reclusi ce l'hanno fatta: rivolta dopo rivolta, hanno reso la struttura inagibile! Questa è una bella notizia, se si pensa anche che i Centri di Lamezia Terme e di Trapani dovrebbero essere chiusi entro la fine dell'anno! La lotta contro questi campi di concentramento non deve placarsi!! E se quella dei reclusi in questo anno e mezzo ha dato i suoi frutti (dalla rivolta di Lampedusa in poi), dovremmo fare altrettanto noi dall'esterno, affinchè i CIE vengano totalmente cancellati dalla faccia della terra!!




martedì 4 maggio 2010

UN GIORNO COME TANTI...



UN GIORNO COME TANTI...
A sette anni dall'omicidio in carcere di Marcello Lonzi, la procura di
Livorno chiede l'archiviazione del caso.
Niki Aprile Gatti, Manuel Eliantonio, Francesco Mastrogiovanni,
Riccardo Rasman, Giuseppe Uva, Stefano Frapporti, Aldo Bianzino,
Simone La Penna, Bledar Vukaj...
Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi...
Morti per mano di uomini in divisa al servizio dello Stato.
MOSTRA SUGLI OMICIDI DI STATO
VENERDI 14 MAGGIO ore 18.00
davanti al carcere minorile di
via del Pratello, Bologna
PRESIDIO ALLA DOZZA
con musica e microfono aperto
DOMENICA 16 MAGGIO ore 18.00
prato dietro le mura del carcere
di via del Gomito (bus 25), Bologna
...UN MORTO COME ALTRI

lunedì 12 aprile 2010

NOI NON SIAMO COMPLICI...

LA POLIZIA STUPRA, LA QUESTURA DEPORTA.
ECCO IL VERO “PACCHETTO SICUREZZA”!


I Centri di identificazione ed espulsione (Cie, ex Cpt), sono
strutture create nel '98, dal governo D’Alema. In quei luoghi
donne e uomini immigrati vengono imprigionati fino a
sei mesi e poi espulsi semplicemente perché sprovvisti di
permesso di soggiorno. In Italia al momento ne esistono tredici,
ma il governo vorrebbe costruirne altri dieci. Con il
“pacchetto sicurezza” la detenzione all’interno dei Cie è
passata da due mesi a sei mesi.
In uno di questi lager, precisamente nel Cie di via Corelli a
Milano, lo scorso agosto Joy, una giovane nigeriana vittima
di tratta, ha respinto un tentativo di stupro da parte dell’ispettore
capo di polizia Vittorio Addesso. Joy si è potuta
difendere anche grazie all’intervento della sua compagna di
cella, Hellen.
A metà agosto è scoppiata una rivolta nel Cie. Sono stati
arrestati nove uomini e cinque donne. Tra queste anche Joy
ed Hellen, dopo essere state umiliate e picchiate dal solerte
aguzzino e stupratore Addesso. Dopo sei mesi di carcere e
la deposizione della denuncia per tentato stupro da parte di
Joy, tutte le ragazze sono state rinchiuse un'altra volta in Cie
sparsi sul territorio italiano. Joy è stata portata a Modena e,
da qui, il 16 marzo è stata trasferita nel Cie di Ponte Galeria
a Roma, insieme a molte altre donne nigeriane. In quei
giorni un funzionario dell’ambasciata nigeriana è entrato
più volte nel Cie romano per identificare donne e uomini
senza documenti e autorizzarne, così, l’espulsione.
Tra loro anche Joy, nonostante stesse seguendo un percorso
per ottenere il permesso di soggiorno come vittima di tratta.
L’ambasciata nigeriana, come altre, è complice delle deportazioni:
dietro congruo corrispettivo economico autorizza
l'espulsione di donne e uomini senza tener conto del loro
passato e del pericolo di vita in cui incorrono sempre e
comunque ritornando al loro paese d'origine.
Per ora l’espulsione è stata sospesa. Joy è stata riportata da
Roma al Cie di Modena, dove sono più difficili i contatti con
l’esterno. Il pericolo di venire rimpatriata rimane, nonostante
i rischi che Joy corre per la sua vita, essendo stata di
nuovo minacciata telefonicamente dai suoi sfruttatori.
COME PUÒ LA VITA DI UNA DONNA ESSERE COSÌ APPESA AD
UN FILO?
Nei giorni scorsi la questura di Modena ha riconfermato a
Joy la detenzione nel Cie per altri 60 giorni, portando così
ad un anno il suo imprigionamento nel circuito Cie-carcere-
Cie. Anche Hellen e le altre tre ragazze nigeriane di
Corelli – Debby, Florence e Priscilla – hanno avuto la proroga
di altri due mesi nei lager di Stato.
La forza che hanno dimostrato Hellen e Joy fa paura, perché
è la forza che smaschera la verità di quello che accade
dentro le mura di quei lager per migranti. Gli aguzzini che
li controllano stanno facendo di tutto per impedire che questo
precedente apra un varco o una breccia in quelle mura.
Che nessuno/a ci venga più a dire che in Italia ci sono leggi
contro la violenza sessuale e lo stalking e che è necessario
denunciare. Chiunque ancora lo pensa, da oggi in poi si
ricordi bene questo: LE FORZE DELL'ORDINE HANNO LICENZA
DI STUPRARE, ANCHE GRAZIE ALLE COPERTURE DI CUI GODONO
E GRAZIE A UN APPARATO ISTITUZIONALE CONNIVENTE.
La storia di Joy, che è solo una delle tante migliaia di storie
brutali che riguardano la vita dei e delle migranti in Italia,
ci mostra il vero volto dello stato italiano, il razzismo delle
sue istituzioni e l’arroganza degli uomini in divisa.
Psicofarmaci propinati nel cibo, violenza fisica e psicologica,
torture, ricatti sessuali su donne e trans: questa è la quotidianità
nei Cie.
Da anni ormai un lungo bollettino di guerra elenca suicidi e
forme di autolesionismo nei Centri di identificazione ed
espulsione, mentre al loro interno si moltiplicano forme di
resistenza come scioperi della fame e della sete, lotte e rivolte.
In questi lager vige il potere assoluto delle forze dell'ordine
e degli enti gestori come la Croce Rossa, la Misericordia,
l'Auxilium. Enti gestori che in quei lager mostrano il loro
vero volto, tutt’altro che caritatevole, mentre aziende come
la Concorda e la Sodexo ingrassano le loro tasche, propinando
ai reclusi nei Cie sempre lo stesso cibo – riso o pasta
al pomodoro – scaduto e avariato.
NESSUNA PACE PER CHI STUPRA E MOLESTA LE DONNE E CON
CHI GESTISCE QUESTI CIE, TANTO PIÙ SE LO FA FORTE DELLA
DIVISA CHE INDOSSA E DELLE CONNIVENZE DI CUI GODE!!!
E TU? VUOI ESSERE ANCORA LORO COMPLICE CON IL TUO
SILENZIO?
A FIANCO DI JOY ED HELLEN, CONTRO IL “PACCHETTO SICUREZZA”,
CONTRO I LAGER DI STATO PER IMMIGRATE E IMMIGRATI,
CONTRO LA PRATICA DEI RIMPATRI FORZATI E LE
FEROCI POLITICHE DI CONTROLLO DELLE
FRONTIERE EUROPEE
MESSE IN ATTO DALL’AGENZIA FRONTEX.

INIZIATIVA INFORMATIVA:lotte e repressione in EUSKAL HERRIA (paesi baschi)


Mostra e Materiali Informativi
Dibattito e Proiezione
Video Presentazione ETXERAT
(organismo dei famigliari ed amici dei
prigionieri politici baschi)
Video “Intervista a Hodei”
con la presenza di uno dei realizzatori
(sulla situazione detentiva del
prigioniero basco Hodei Ijurko,
in isolamento dal marzo 2008)

VENERDÌ 23 APRILE
IVREA DALLE 18,30
SPAZIO DI DOCUMENTAZIONE LO SCONFINO
VIA ROSSINI, 45
APERITIVO PRIMA, DURANTE E DOPO
cassa antirepressione delle Alpi Occidentali

domenica 10 gennaio 2010

Spartacus è tornato. Evviva Spartacus!


Lo schiavo smette di essere tale nel momento in cui tenta di strappare le proprie catene. E’ in quell’istante che, incurante delle conseguenze dell’intento, riemerge liberatrice la dignità, il desiderio, la rabbia ed il profondo senso di ingiustizia verso il padrone, verso colui che costringe alla schiavitù. La rivolta dello schiavo è un atto supremo, è – sopra ogni cosa – gesto d’amore verso se stessi e verso l’umanità intera. La rivolta dello schiavo è speranza e giustizia che si fanno arma per divenire possibilità concreta di emancipazione, è, semplicemente, l’affermarsi di una volontà di vita diversa, forse felice. Gli schiavi di Rosarno ci hanno parlato. Ci hanno parlato attraverso i loro gesti e la loro rabbia. E nell’incendio, nelle vetrine frantumate, nei cartelli divelti, nelle spranghe sulla polizia, vi è racchiusa la poesia di un amante.
Forse, l’amore senza calcolo, l’amore disperato, l’amore capace di volo, è cosa vecchia. Così come è cosa vecchia la schiavitù. Forse, per questo, sono in pochi oggi a capire, a saper leggere la poesia degli schiavi di Rosarno. In questa Italia squallida, assopita nella paura del “diverso” e impregnata di ipocrisia, governata da cialtroni sostenuti da folle ancor più imbecilli, corrotta dall’odio e cresciuta nel miraggio dell’accumulo e della ricchezza, si grida oggi allo scandalo. Lo scandalo per la violenza, per l’immigrazione clandestina, per le condizioni di lavoro, per l’insicurezza e l’esasperazione. Ebbene, Signori scandalizzati, Cittadini onesti, che siate di destra o di sinistra, che siate cosparsi di melassa cristiana o forgiati fra le rigide maglie del Diritto, Voi siete cadaveri. Perché solo un “morto nell’animo” può dibattere in seno al diritto e fra le pagine dei giornali intorno alla dichiarazione d’un amante. Ad esso o ci si concede o lo si rifiuta.
Coloro che accettano ogni giorno il giogo di uno Stato sempre più insopportabile così come coloro che baciano la mano all’imperversare delle mafie, coloro che leccano i piedi al padrone - per poi ringhiare contro quelli che sono più poveri o più sfortunati - così come coloro che dalla miseria altrui traggono vantaggio, tutti questi, di certo, rifiuteranno le avances degli immigrati di Rosarno. Ma costoro non meritano discorso, non è a loro che si vuole parlare.
Chi di certo ascolterà sono i “libertini”, quegli spiriti che ancora sanno desiderare, che ancora sanno quale è la differenza fra vivere e sopravvivere, fra la libertà e la schiavitù. Che sanno che mille auto incendiate non valgono la libertà e la dignità di un uomo.
La schiavitù è fatta di uomini e di merci, di imprese e di rapporti. Essa è possibile attraverso una politica ogni giorno più xenofoba e classista ed è sostenuta da eserciti in uniforme e mafiosi in doppiopetto. L’amore per la libertà è fatto di complicità e fantasia. La rivolta degli immigrati africani di Rosarno è un dono fatto a noi tutti, ora spetta a noi ricambiarlo.
Perché nessun uomo sarà mai libero finché l’ultima catena non verrà spezzata.
Anarchici e libertari a Genova

ROSARNO: LA VERGOGNA DEI CALABRESI!!!!


IL RAZZISMO GENERA IL RAZZISMO!






IL RAZZISMO HA LA MEMORIA CORTA ...













domenica 29 novembre 2009

ATTI DI AGGRESSIONE VERSO AMMINISTRATORI E FUNZIONARI PUBBLICI


Mi fa riflettere la notizia che parla dei "provvedimenti" presi dal comune di Crotone per le aggressioni che avvengono, a quanto pare sovente, da crotonesi verso gli amministratori e i funzionari pubblici del Municipio! Non è tanto per i vigilantes o le telecamere installate..(se è per questo, volevano la scusa..e non mi meraviglio) ma per quesi crotonesi incazzati ed evidentemente ormai esasperati che hanno superato il limite della sopportazione!! In un periodo in cui la parola "sicurezza" è all'ordine del giorno, in questo contesto spicca propriamente per il suo senso reale: difendere chi è al comando o coloro che lo rappresentano, dalla giustificata indignazione della gente che subisce..E poi si sa come si riesce ad avere certi posti di lavoro..e con quanto amore lo si svolge..Arriveremo al punto che ci saranno anche delle guardie del corpo per gli impiegati comunali?