domenica 29 novembre 2009

ATTI DI AGGRESSIONE VERSO AMMINISTRATORI E FUNZIONARI PUBBLICI


Mi fa riflettere la notizia che parla dei "provvedimenti" presi dal comune di Crotone per le aggressioni che avvengono, a quanto pare sovente, da crotonesi verso gli amministratori e i funzionari pubblici del Municipio! Non è tanto per i vigilantes o le telecamere installate..(se è per questo, volevano la scusa..e non mi meraviglio) ma per quesi crotonesi incazzati ed evidentemente ormai esasperati che hanno superato il limite della sopportazione!! In un periodo in cui la parola "sicurezza" è all'ordine del giorno, in questo contesto spicca propriamente per il suo senso reale: difendere chi è al comando o coloro che lo rappresentano, dalla giustificata indignazione della gente che subisce..E poi si sa come si riesce ad avere certi posti di lavoro..e con quanto amore lo si svolge..Arriveremo al punto che ci saranno anche delle guardie del corpo per gli impiegati comunali?

venerdì 27 novembre 2009

‘NDRANGHETA, RUSPE ED ESERCITO: DELIRIO A LAMEZIA!



Di punto in bianco a Lamezia Terme si è deciso di abbattere gli edifici abusivi. Così, giusto per far “vedere” qualcosa! Risulterebbero 400 gli immobili da demolire, anche se i fabbricati abusivi sono sicuramente molti di più! Ancora una volta la politica e le istituzioni danno il meglio di sé con l’ennesima FARSA della lotta all’ndrangheta! In questi giorni si sta svolgendo quindi uno scenario indecente e visto che nessuna ditta locale avrebbe tirato giù una sola mattonella, il neo procuratore Salvatore Vitello ha regalato alla città, le tinte nefaste della mimetica dell’Esercito che con le Ruspe si sono presentati nelle zone “macchiate” dall’abusivismo edilizio! Ciò giustamente, ha provocato delle reazioni: gente incatenata, tafferugli, sbirri in antisommossa contro chi si ribella e contro chi vuole difendere la propria casa! Mentre il sindaco Speranza se ne lava le mani non facendo trapelare “da che parte sta” (sicuramente in quella in cui ci sono i suoi interessi), le forze politiche danno il via alle danze delle propagande: spicca la destra con Fiamma Tricolore e Casapound a difesa di ELETTORI mmm CONSENSI ops PERSONE, che rimarranno senza un tetto sulla testa! E per le stesse motivazioni anche da sinistra! Stessa cosa è accaduta nella fase precedente: i politicanti in cambio dei voti non hanno certo impedito al costruttore abusivo di metter su i suoi mattoncini.. Insomma a frittata pronta, il cuoco decide di ricomporre le uova! Chi ne paga le spese sono sempre e comunque chi ha pensato di costruirsi semplicemente il suo unico tetto sulla testa per avere la propria e unica casa in cui vivere e che se la vede buttar giù per motivazioni che vanno ben oltre il senso critico della pericolosità naturale, tutt’altro, motivazioni che risalgono a fascicoli impolverati lasciati volontariamente per un certo periodo di tempo nei cassetti, gli stessi che chi sta alla poltrona è il primo a non rispettare!

mercoledì 25 novembre 2009

TUTTA COLPA DI MUSTAFA' - parte III -


Non c’è ormai più tanto da meravigliarsi dell’abbandono in cui versano gli immigrati e dell’indifferenza sulle loro condizioni all’interno del centro di S’Anna a Crotone. Anche se di stupore ce n’è ben poco, visto che le uniche e viscerali sensazioni ad emergere, sono la rabbia e il razzismo delle persone che vivono intorno al lager. La colpa è come sempre dell’ immigrato, che non solo deve subire le umiliazioni della sua situazione ma è anche costretto ad accettare l’”accoglienza” peggiore delle accoglienze possibili, visto che di “Centro d’Accoglienza” si parla..
Nessuno li vuole! Gli abitanti della contrada denunciano furti di panni stesi ad asciugare, risse, ubriacature, prostituzione ed escrementi davanti le loro case. “Se proprio devono stare qui, che stiano chiusi all’interno del campo!”Ha detto qualcuno..E pensare che un principio di falsa integrazione si stava cercando di portare avanti..Ma ricordiamo che comunque sono dei NON PERSONA, (se fossimo in un romanzo gotico diremmo i NON MORTI, vampiri venuti dall’Africa a succhiarci il sangue..). Sono brutti, sporchi e cattivi, non sanno cosa sono le buone maniere, distruggono tutto,e le loro donne sono delle troie a buon mercato! Non possiamo aspettarci altro da loro!
E’ in concretezza quello che hanno espresso alcuni amministratori provinciali che hanno fatto visita al centro, per una sorta di verifica improvvisata sulle reali condizioni della struttura, difendendo guarda caso, chi gestisce il campo. Questi ultimi, tra i quali la Misericordia di Isola Capo Rizzuto, non si è nemmeno presentata all’incontro organizzato dal “Comitato promozionale S’Anna” nella giornata del 18 novembre scorso. Come Misericordia non si è vista l’ombra né della Prefettura né del Comune, invitati per prendere atto della degradazione all’interno del Centro. Tuttavia tutti sono d’accordo su un punto: il centro è una grande risorsa economica e non va chiuso! Certo, una risorsa economica per chi? E Intanto si è risolto il problema della prostituzione. Come? Sono state allontanate le nigeriane..come e dove chi lo sa!

Noi da qui non ce ne andiamo!

Da Indymedia Calabria

Noi da qui non ce ne andiamo! A Cosenza sventato un tentativo di pulizia etnica ai danni dei Rom.
cosenza / diritti e libertà - venerdì 13 novembre 2009 - 14:03

Il primo ottobre le forze dell'ordine in località vaglio lise a Cosenza irrompono nella zona dove vivono circa 200 rumeni di etnia rom, notificando solo a 90 di loro un decrecreto di allontanamento.
Tali decreti, che fanno riferimento non al cruento pacchetto sicurezza dell'attuale governo ma alle alle leggi emanate durante il governo Prodi, prevedono l'allontanamento di questi novanta cittadini comunitari. Le motivazioni sarebbero legate la fatto che gli stessi sono ritenuti incapaci di indicare la data del proprio ingresso in Italia, perchè non hanno un regolare contratto di lavoro e vivono in condizioni precarie, di conseguenza la loro presenza rappresenterebbe una minaccia per il paese. In altri termini viene perseguitata la loro condizione economica: i cittadini europei, se poveri, non possono risiedere a Cosenza?! Che fine ha fatto la città dell'accoglienza e delle invasioni? Da alcuni anni ormai si parla di emergenza Rom , questione mai risolta che si ripresenta, puntualmente, a ogni inizio estate e col cadere delle prime piogge. Si ricordi l'emergenza del 2007 quando le forti piogge rendevano il fiume Crati assai pericolo per l'intera comunità rom dal momento che era alto il rischio che gran parte delle loro abitazioni, allestite nelle vicinanze, venissero travolte. Dopo un'iniziale attenzione mediatica, dettata dalla contingenza, ecco che la questione Rom ripiomba nel dimenticatoio, l'assessore comunale Matilde Ferraro, che nell'evento del 2007 si era impegnata in prima persona, durante un rimpasto della Giunta Perugini, lo ricordiamo ...una giunti di 'sinistra' viene sostituita da Francesca Bozzo. La 'linea politica ' del nuovo assessore si può riassumere nel seguente termine: non sono competente. Accade, infatti, che tutte le domande rivolte dalle associazioni nel corso degli scorsi mesi sono state evase con l'idea che un assessore ai migranti e ai rom non ha competenze; quindi semplici richieste come bagni chimici, acqua potabile etc sono state del tutto disattese dall'Assessore , troppo impegnata a organizzare finti spettacoli e fasulle iniziative cultural-gastronomiche. Per questo motivo, a seguito della espulsione di massa su base etnica dei cittadini Rumeni di etnia Rom l'indignazione e la rabbia di molti cosentini sia autoctoni che rom è cresciuta .
In primo luogo sono stati avviati ricorsi sul piano legale ma, nel contempo, sono state intraprese tutta una serie di azioni di lotta e di denuncia. Si ricorda una petizione in difesa dei cittadini rom a cui hanno aderito cittadini semplici ma anche numerose personalità fra cui l'intero dipartimento di sociologia dell'Università della Calabria. Piu' volte è stato tentato un incontro col Sindaco e l'Assessore Bozzo quello che si è ottenuto è una promessa da parte dell'assessore che entro pochi giorni avrebbe rifornito di benzina la autobotti per inviare, al campo, l'acqua potabile come chiesto dal Presidente della II circoscrizione (in un primo momento sceso in campo a tutela dei rom) ma così non è stato: di chi la colpa? Ancora una volta l'incompetenza della Bozzo ha dato i suoi frutti? Vero è che incontrare l'Assessore è risultato sempre piu' difficile, durante uno dei vari presidi sotto al Comune la stessa usciva dal palazzo municipale celata da un giubbotto riuscendo a passare inosservata alla vista dei piu' ma alcuni, notandola, non hanno potuto fare a meno di seguirla per ottenere di consegnarle la petizione in difesa del popolo Rom di vaglio lise. L'assessore, impaurita e in evidente stato confusionale, intanto si era rifugiata nella sua auto e mettendo in moto l'auto addirittura rischiava di investire i manifestanti. Si registrano un incontro col Vice-Prefetto e uno con l'Assessore provinciale all'immigrazione, infine anche il Sindaco Perugini non ha potuto fare a meno di ricevere una delegazione, due giorni prima del dibattimento in tribunale dei ricorsi contro i decreti di allontanamento. I Rom e le associazioni ad essi vicine, si sono infatti recati ad assistere la seduta comunale del nove novembre, forse per questo il Sindaco ha deciso di riceverli per alcuni minuti. In questa occasione, così faticosamente ottenuta, Perugini si è però detto vicino alla problematica dei Rom e ha ribadito che Cosenza resta una città aperta e solidale, ci si augura che alle parole seguano i fatti, i Rom non chiedono infatti la luna, che a Cosenza si può anche tradurre come alloggio popolare, ma solo che si fornisca loro un campo attrezzato per il quale sono disposti anche a pagare acqua ed elettricità.
Significativa è stata anche l'attiva partecipazione dei Rom al seminario organizzato dal dipartimento di Sociologia, tutti: dai docenti agli studenti, hanno ascoltato, con vivo interesse, la lezione dei cittadini rumeni che hanno raccontato di prima persona che cosa significa essere svegliati alle cinque e trenta del mattino dalle forze dell'ordine, rimanere ore e ore sotto la sole e poi deportati in questura, identificati e lasciati senza nemmeno una bottiglia d'acqua per quasi quindici ore. Il tutto per un motivo che non si comprende...forse solo perchè si è Rom? Oppure si configura come delitto, il fatto di avere un lavoro e un alloggio precario? In tal caso molti italiani commetterebbero reato, ma di chi sarebbe la colpa?
Intanto sul campo legale, ottenuta una prima sospensiva del decreto di allontanamento da parte del tribunale di Cosenza che considerava fondate, in prima face, le istanze di ricorso, in data undici di novembre accoglieva definitivamente tali ricorsi! Urla di gioia, lacrime di commozione, hanno salutato la notizia data dal pool di difensori all'uscita del tribunale, dove attendevano l'esito del pronunciamento dei giudici, i rom le associazioni i docenti universitari. Un provvedimento di massa, vergognoso e umiliante per i Rom e per la città di Cosenza è stato sventato in un'aula di tribunale. Adesso tutta la solidarietà fino ad ora manifestata dalla parte autentica della città, deve andare avanti nella battaglia per il diritto ad una esistenza dignitosa e decorosa di questi fratelli che ormai sono cittadini cosentini. Perchè la vera accoglienza percorre strade molto spesso diverse da quelle del governatore calabrese Agazio Loiero che si è recato a Berlino, assoldando anche il noto regista Wenders, per propagandare l'idea della Calabria come terra di accoglienza. C'è una tendenza nazionale razzista che tende all'emarginazione degli stranieri ed oltre che a Cosenza anche a San Nicola Varco , vicino Eboli sono stati sgomberati circa mille lavoratori, braccianti agricoli, che si spaccavano la schiena nella piana del Sele! Con queste politiche criminali ed in particolare con il caso Rom a Cosenza, si assiste ad un fenomeno nuovo in Italia, quello dei desplazados: profughi nella propria terra!

TUTTA COLPA DI MUSTAFA' - parte II -


Articolo tratto da "La Clessidra" pagine antiautoritarie, n.7



Un viaggio nella città di Pitagora di può allargare la mente!
Crotone fa parte della catena di montaggio dell’inquietante fabbrica che produce denaro sulla vita di migliaia di immigrati. Nella contrada S. Anna si trova l’ex CPT più grande d’Europa, ex perché ora è diventato un CPA con 1698 posti. Praticamente da “temporaneo” è diventato “accogliente”. Quasi tutti i detenuti dal centro di accoglienza non riusciranno ad entrare nel secondo, lo SPRAR ( Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) in quanto sembrerebbe ancora saturo, significa che per chi non viene accettato l’asilo si ripartirà da capo, con la speranza di non essere riportati nel proprio Paese. Intanto associazioni e cooperative varie che ruotano attorno agli immigrati e al CPA – qui l’assistenza generale è gestita da Caritas e Misericordia, mentre l’assistenza medico sanitaria dall’ASL n° 5- percepiscono dallo Stato € 100,00 al giorno per ognuno di loro; fare due conti è semplice: guadagni da capogiro! La situazione è drammatica. Nonostante gli introiti milionari, l’accoglienza lascia molto a desiderare visto che la maggior parte degli immigrati non ricevono nessun aiuto, costretti a chiedere l’elemosina in città, a rovistare nei cassonetti dell’immondizia alla ricerca di cibo, a fare i propri bisogni per le vie della città a causa della mancanza di servizi igienici pubblici, a prostituirsi – molte donne anche minorenni lo fanno per tre o cinque euro- alimentando nell’opinione pubblica quell’immagine stereotipata di “non persona” che già la parolina magica “extracomunitario” ha scalfito la mente di molti.
Il cambiamento che c’è stato, che ha portato il CPT a diventare CPA, poteva dare l’impressione di più umanità. Donne, bambini e uomini accolti dopo un viaggio terrificante da un Paese ospitale e attento ai diritti umani. E’ cambiato il nome ma il significato di questi luoghi non cambia: segregazione, emarginazione, razzismo verso disperati alla ricerca una possibilità, di una vita migliore.
Come un onda arriva anche la notizia … “due abitanti della contrada S. Anna feriti all’ospedale: un iracheno arrestato e poi scarcerato”. Nessuno si chiede cosa può essere successo e l’uomo è già condannato dalla popolazione. Il fatto passa di bocca in bocca, modificato, gonfiato e la gente vuole più “sicurezza”. Parte una manifestazione contro il centro di accoglienza sulla SS 106, subito i gruppi di estrema destra ( Forza Nuova, ex MSI, Casa Paound)si muovono propagandando la loro politica razzista e intollerante, chiedono alle istituzione maniere più dure e l’intervento dell’esercito.
Dopo questo viaggio, spero che i crotonesi non cadono nell’oscurità dell’idiozia di questi folli individui senza dignità. Sempre occhi aperti.

La nostra solidarietà a tutti gli immigrati che soffrono questa situazione!

Fuoco a tutti i luoghi di tortura!

TUTTA COLPA DI MUSTAFA' - parte I -

Articolo tratto da "La Clessidra" pagine antiautoritarie, n. 6:
In una realtà come Crotone, difficile senza dubbio, dove esiste una condivisa rassegnazione ad uno status quo pittoresco e molto problematico, dove ci si dondola da anni al suono di una collettiva cantilena fatta di svariate “lamentele” che come una malefica ninna nanna ormai ha intorpidito tutti i sensi cerebrali, dove deve attraccare la nave “The World” per mettere in atto una lecita pulizia delle strade piene di rifiuti e cartacce.. (per fare una bella figura con i “forestieri”), dove durante la notte prendono fuoco le auto parcheggiate, dove ogni tanto si sente il boato di qualche bomba scoppiata a questo o all’altro negozio, dove le fabbriche (se ce ne sono, tipo la Gress per fare un nome a caso) chiudono da un giorno all’altro e loro la—dri fondatori ti dicono arrivederci e grazie da Dubai senza neanche darti la cassa integrazione! dove il fanatico cattolico, più superstizioso che altro, spunta da ogni angolo pronto a predicare e a giudicare, dove non c’è un solo servizio pubblico che merita di chiamarsi tale..in quanto utilità, partendo dall’aeroporto, passando dalla strada statale 106 che da oltre 40 anni fa stragi mortali, per finire al treno che è ancora a vapore, dove, da non dimenticare, avanzano, si moltiplicano e si fortificano, come salvatori,(o come mosche) i convinti di Forza Nuova.. Insomma quale catastrofica conseguenza poteva generare in questa miscela esplosiva, la comparsa degli immigrati, questi disperati esseri umani, che arrivano dal mare? L’impatto è prevedibilissimo. “Ma cosa vogliono questi? ci mancavano loro..” è il primo pensiero. Agli occhi del crotonese medio, “l’uomo nero” è il male da sconfiggere! Non è il politico mafioso di turno, non sono le estorsioni o le minacce..ma no! E’ il poveraccio negro!E si sa che non ho scoperto l’acqua calda. E’ palese che la politica del terrore attuata negli ultimi anni dai governanti politici, da sinistra a destra, soprattutto attraverso i telegiornali nazionali che con martellante insistenza si sono accaniti sui fatti di cronaca nera che vedono protagonisti extracomunitari allo sbando, tossici, fanatici religiosi, stupratori, spacciatori, ladri e chi più ne ha più ne metta, ha alimentato volontariamente quel focolaio di malcontento generale, più evidenziato al sud, ma presente anche al nord, (sviluppatosi col tempo per cause connesse al nostro territorio, inerente alla nostra mala-politica, inerente alla nostra mala-vita, inerente alle nostre azioni e non azioni) attirando l’attenzione di tutti questi italiani repressi e incazzati, come specchietto per le allodole, su quest’altra realtà triste, umana, che esiste, e di conseguenza ci riguarda in ogni caso e non si può ignorare, dando vita a questo senso di difesa, di insicurezza nazionale e di repulsione xenofoba. Tutto il resto ad oggi, passa in secondo piano. Quello che combinano in Parlamento non è così importante quanto il furto della bambina Rom alla signora con la borsetta al mercato generale. Silenzio assordante sull’altra faccia della medaglia: EXTRA EXTRACOMUNITARI sfruttati sul lavoro, EXTRACOMUNITARI onesti, EXTRACOMUNITARI non truffatori come i loro stessi datori di lavoro italiani, EXTRACOMUNITARI inseriti nella società che pagano le tasse, EXTRACOMUNITARI picchiati e uccisi da italiani e agenti di polizia. Si ignora, non si sa, non si dice e si fa orecchio da mercante che queste persone, per la maggior parte afghani, fuggono da una guerra che li sta massacrando, una guerra provocata dall’invasione Statunitense iniziata ad ottobre 2001 in risposta ufficiale agli attentati del 11 settembre, con scopi tutt’altro che democratici:
Ci sono tre aree, limitrofe alla regione afghana, decisamente importanti
per gli assetti futuri degli equilibri del controllo mondiale delle
fonti di energia:
Al nord la regione del Caspio, con un mare (il Mar Caspio) a disposizione
come semplice ed economica via di comunicazione
ma soprattutto le gigantesche riserve di gas naturale
stimate in 2000 miliardi di metri cubi, il 30% di tutti i giacimenti
mondiali, nel sottosuolo del Turkmenistan (ex Unione
Sovietica), dove l’Americana Unocal aveva investito 4.5 mld
in gasdotti diretti a Karachi attraverso l’Afghanistan. Ad
Ovest la regione del Golfo Persico (con in testa l’Arabia Saudita)
dalla quale proviene il 65% del petrolio estratto su
scala mondiale.
A sud uno stato pakistano di 125 milioni di abitanti, attanagliato
da grosse tensioni interne, convogliate sull’aspetto religioso,
e soprattutto dotato di armamenti nucleari.
In mezzo a tutto questo calderone si trova l’Afghanistan, paese
poverissimo, particolarmente aspro sotto il profilo geografico
e frammentato etnicamente dalla concorrenza tra i vari
clan, il più grande dei quali è senza dubbio quello dei pashtun,
cui appartengono i Taleban; Afghanistan passato agli
onori delle cronache per essere diventato ultimamente anche
il centro dell’attenzione delle tecnologie militari più sofisticate
al mondo, in mano, guarda caso, ai paesi occidentali
con un sistema di sviluppo energetico a base petrolifera.
Fonte: InternetSi ignora il commercio delle armi di cui l’Italia detiene il primato
come miglior fornitore: L'Italia nel 2001 ha esportato armi leggere
per un valore di 298,7 milioni di dollari. In questi anni, le armi
leggere italiane sono state trasferite ad un certo numero di paesi
che stanno avendo dei conflitti interni o dove ci sono state violazioni
dei diritti umani e delle leggi di diritto internazionale, come
Algeria, Colombia, Eritrea, Indonesia, India, Israele, Kazakistan,
Nigeria, Pakistan e Sierra Leone. Fonte: Internet
Ma torniamo a Crotone: il CPA di Sant’Anna è il più grande d’Europa ed è gestito da Misericordie e Caritas, che ricevono un'indennità di 30 euro al giorno per ogni richiedente d’asilo, che a pieno regime significa circa 18 milioni di euro l'anno. Ma una volta usciti da qua, soltanto pochi entreranno nella seconda accoglienza. Lo Sprar è saturo e la maggior parte degli stranieri, con o senza documenti, torneranno in mezzo alla strada. Il crotonese medio, che se ne sta a zonzo sul suo bel lungomare, cosa vuoi che gliene importi del disagio di queste persone? Gli può importare perlopiù il fatto che l’africano facendosi una nuotata in mare, con la sua pelle sudicia possa sporcare l’acqua, provocando delle malattie, non certo delle fogne a cielo aperto che sussistono da decenni o dell’ultimo segreto di Pulcinella arrivato alla massa nazionale riguardante i rifiuti tossici seppelliti e riutilizzati per la costruzione di scuole ed edifici. Gli importa che lui, il nero, non è di Crotone e quindi non ha il diritto di sporcare le strade, che la cartaccia per terra la vada a gettare nel suo paese, “la cartaccia per terra la butto io che sono crotonese e pago le tasse! Ah, che soddisfazione!” Al crotonese medio dà fastidio vedere questi esseri in giro per la città, che magari in mancanza di un tetto per dormire con moglie a seguito si coricano sulle panchine e stendono i pochi stracci ad asciugare nel parco sotto la Villa Comunale, non certo le scritte razziste e fasciste su tutti i muri della città..quelle si, che danno un immagine positiva della città al turista di turno.. Il crotonese medio è convinto, sempre per ignoranza e mala informazione che l’uomo nero del Darfur e i suoi compagni percepiscono personalmente i €30,00 al giorno per sussistenza dalla comunità europea!!!!! E hanno in regalo anche le sigarette! Ma che bella favoletta..
CROTONE – Alle dieci del mattino il caldo sotto le tende è già insopportabile.
Non c’è un filo d’aria. Il telo grigio è macchiato del
sangue di dozzine di zanzare schiacciate nella notte da Ahmed e
dai suoi due compagni. Vengono dal Sudan. Sono sopravvissuti al
genocidio del Darfur. E dopo cinque mesi in Libia sono riusciti a
imbarcarsi per Lampedusa. Da 40 giorni l’Italia li accoglie così, su
materassini gialli di gommapiuma senza lenzuola. Sotto tende
senza acqua corrente né elettricità. I bagni a trecento metri di
distanza. La tendopoli è l’ultima novità del campo di accoglienza
per richiedenti asilo più grande d’Europa. Siamo in provincia di
Crotone, il centro Sant’Anna si trova di fronte all’omonimo aeroporto,
sull’altro lato della Statale 106, a metà strada tra Crotone e
Isola di Capo Rizzuto. Dalla sua apertura, all’epoca degli sbarchi in
Puglia dei kosovari nel 1999, da questa vecchia base
dell’Aeronautica militare sono transitate circa 70.000 persone, di
cui 7.000 solo nel 2007.
Al 4 agosto 2008 i presenti sono 1.677 su un totale di 1.698 posti
disponibili. Circa 1.200 vengono ospitati nei 160 container gialli,
verdi e blu delle quattro sezioni A, B, C e D del campo. Otto per
container. Poi ci sono i 240 posti nelle 30 tende blu montate questa
estate dal Ministero dell’Interno per fronteggiare l’aumento
degli sbarchi in Sicilia. E quindi i 256 posti negli appartamenti del
Cara (Centro accoglienza richiedenti asilo), la nuova sezione, tutta
in muratura, inaugurata a maggio 2008 e dedicata in particolare
alle famiglie e alle donne, sole o con figli. Poco distante, un muro
in cemento armato alto circa cinque metri, circonda l’ex centro di
permanenza temporanea (Cpt), chiuso nel maggio del 2007. Dal
24 aprile del 2007, per decreto ministeriale, i cancelli del
Sant’Anna sono aperti dalle 8 alle 22. Per uscire basta esibire il
tesserino di riconoscimento.
Due terzi degli ospiti sono stati trasferiti al Sant’Anna direttamente
da Lampedusa, in aereo. Gli altri invece, essenzialmente afghani
e iracheni, sono arrivati in Italia dalla Grecia, nascosti sui traghetti
che partono ogni giorno da Patrasso verso i porti
dell’Adriatico. Un ospite su quattro è afghano (424 sui 1.677 presenti
al 4 agosto 2008). Seguono nigeriani (259 persone), somali
(229), ghanesi (158), iracheni (147), eritrei (144), ivoriani (79) e
togolesi (65). Ma le nazionalità presenti sono oltre 40. Rispetto
allo scorso anno, sono del tutto scomparsi i nordafricani. Solo due
algerini e una donna marocchina. Le donne presenti sono 130 e i
minori 43. Per loro ci sono servizi ad hoc: un laboratorio per le
donne, una ludoteca e una scuola di italiano per bambini.
Tuttavia non tutte le donne sono accolte negli spazi più protetti
del Cara. E nemmeno i bambini. Addirittura 52 donne, 19 minori e
2 neonati sono ospitati dentro i container. L’ente gestore – Caritas
e Misericordia – cerca di fare del suo meglio per la gestione di un
centro che ha i numeri di un piccolo paese. Ogni mercoledì vengono
fatti incontri con i rappresentanti delle varie comunità nazionali.
C’è una scuola che, a gruppi di 20, insegna l’italiano a 400 persone
al giorno. Vengono celebrate le varie feste religiose, le feste
di indipendenza, il giorno della memoria per il Darfur. C’è una
piccola cappella per la preghiera e una stanza adibita a moschea.
Ci sono campi da gioco. Il centro è stato addirittura visitato da
oltre 300 studenti delle scuole medie e superiori della provincia. E
tuttavia non c’è nemmeno una mensa. Le persone ritirano la colazione
e i pasti sotto il sole, nel cortile, mantenuti in fila dagli agenti
della polizia che con i manganelli indicano loro l’ordine da
tenere. Si mangia nel piazzale oppure dentro i container. Comprese
donne e bambini. Nei container c’è almeno l’aria condizionata,
ma molti dicono di non avere lenzuola pulite né sufficiente sapone
per lavarsi. Fonte: internet pubblicato il 5/8/08

“Ma questi, cosa vogliono da noi?” “Io ho famiglia, la Gress non mi paga da quattro mesi e a “loro”danno €30,00 al giorno!” Non c’è niente da fare, è proprio colpa di Mustafà che viene qui ci rende la vita impossibile e ci ruba il pane di bocca! Ma cosa difendiamo? Ad ognuno il suo ghetto? O sarebbe il caso di dire lager?