Contrada di Giammiglione, nei pressi del torrente Ponticelli, ai confini di Scandale in provincia di Crotone: durante il caldo torrido estivo scoppia la notizia che qui,a due passi della centrale Turbogas di Santa Domenica, dovrebbe nascere la mega discarica di 4.2 milioni di tonnellate per la gran parte di rifiuti pericolosi, di tutto il mezzogiorno! Quindi munnezza buona, quella che puzza e che intossica, ma che profuma di soldi e reca beneficio ai soliti pochi. E in nome di tanti euri, fregandosene spudoratamente dell’impatto ambientale, che qui è già altamente compromesso, essendo già una terra martoriata, per quello che già c’è, per rifiuti illeciti e inabissamenti di navi in mare, i signoroni del profitto hanno dato il via, in piena pacatezza, alle formalità per l’appropriazione dei terreni. E come sempre le cose non sono mai perfettamente chiare: un intrigo inesplicabile dai doppi iter burocratici e da colpi di scena niente male! Prima spunta l’Eni, che si butta a capofitto offrendo 500 milioni di euro e contemporaneamente, si scoprirà subito dopo, che “per puro caso”, un’altra azienda non solo ha avviato le procedure d’esproprio previste, ma ha addirittura già contattato i proprietari dei terreni in questione! Un azienda abruzzese, la MAIO GUGLIELMO S.r.l. Capace, scattante, dotata di possibilità stratosferiche. Se più potente dell’Eni o in accordo con l’Eni poco importa. Ma così efficace da avere le mani in pasta nello stesso momento sia in Calabria che in Puglia, visto che nel Salento, a Canosa sotto il nome di Bleu S.r.l. gestisce già una discarica di rifiuti ormai al collasso. Mentre i politici locali, con le loro inseparabili maschere standard dai visi preoccupati per il benessere della popolazione, e con le chiappe sotto l’ombrellone facevano gli gnorri senza mollare l’osso, spuntavano le prime associazioni di protesta “civili e pacifiche” come amano sottolineare i giornali locali, dai marcati colori politici e dai nomi inverosimili! In tutto questo marasma generale tra slogan e fiaccolate, avute luogo a Scandale, senti senti che esce fuori fresco fresco, “l’unto del Signore”: l’arcivescovo monsignore Domenico Graziani. Si, perché una parte dei terreni tanto ambiti appartengono niente poco di meno che ad un orfanotrofio femminile! L’uomo di Chiesa e presidente del consiglio di amministrazione e legale rappresentante dell’Orfanotrofio Santa Maria Addolorata, in un contratto siglato il 21 aprile scorso, sette giorni prima di essere registrato all’Agenzia del Territorio, aveva già promesso di vendere alla Maio S.r.l. rappresentata dall’amministratore unico, Francesco Maio, 390.305 metri quadrati di terreno agricolo. In cambio di che? Non certo della pace nel mondo, ma di ben €1.810.000 euro! Anche se l’uomo di Chiesa per il momento si è accontentato di 50.000 euro di caparra. Pochi spiccioli. Quando farà messa i suoi fedeli lo ringrazieranno per aver assicurato loro, il pane quotidiano farcito di fanghi industriali, carta, vetro, plastica, traversine ferroviarie fuori uso, fluff proveniente dalla macinazione degli autoveicoli, quindi pneumatici, guarnizioni di gomma, tessuti e un bel tumore come dessert! Questa volta il profumo dei soldi è stato più inebriante dell’incenso e più forte del fetore di questi rifiuti per poter badare alla facciata, quando per una questione di facciata neanche 2 anni fa, il MONSIGNORE, si unì nella protesta, contro l’ampliamento della discarica Sovreco, di Columbra. D'altronde all’epoca la sua anima e la sua benedizione probabilmente non avevano conosciuto acquirenti così forniti! Ma mentre il vescovo si sfrega le mani, la Syndal, una ditta privata locale fa capolino e all’improvviso , “voilà” compare anche la Veola, un’ azienda francese, che ha inglobato la Tec di La Spezia. Stranamente, anch’essa con interessi sulla zona di Giammiglione Tutti con la bava alla bocca e vogliosi di mettere mano su quei terreni !