domenica 10 gennaio 2010

Spartacus è tornato. Evviva Spartacus!


Lo schiavo smette di essere tale nel momento in cui tenta di strappare le proprie catene. E’ in quell’istante che, incurante delle conseguenze dell’intento, riemerge liberatrice la dignità, il desiderio, la rabbia ed il profondo senso di ingiustizia verso il padrone, verso colui che costringe alla schiavitù. La rivolta dello schiavo è un atto supremo, è – sopra ogni cosa – gesto d’amore verso se stessi e verso l’umanità intera. La rivolta dello schiavo è speranza e giustizia che si fanno arma per divenire possibilità concreta di emancipazione, è, semplicemente, l’affermarsi di una volontà di vita diversa, forse felice. Gli schiavi di Rosarno ci hanno parlato. Ci hanno parlato attraverso i loro gesti e la loro rabbia. E nell’incendio, nelle vetrine frantumate, nei cartelli divelti, nelle spranghe sulla polizia, vi è racchiusa la poesia di un amante.
Forse, l’amore senza calcolo, l’amore disperato, l’amore capace di volo, è cosa vecchia. Così come è cosa vecchia la schiavitù. Forse, per questo, sono in pochi oggi a capire, a saper leggere la poesia degli schiavi di Rosarno. In questa Italia squallida, assopita nella paura del “diverso” e impregnata di ipocrisia, governata da cialtroni sostenuti da folle ancor più imbecilli, corrotta dall’odio e cresciuta nel miraggio dell’accumulo e della ricchezza, si grida oggi allo scandalo. Lo scandalo per la violenza, per l’immigrazione clandestina, per le condizioni di lavoro, per l’insicurezza e l’esasperazione. Ebbene, Signori scandalizzati, Cittadini onesti, che siate di destra o di sinistra, che siate cosparsi di melassa cristiana o forgiati fra le rigide maglie del Diritto, Voi siete cadaveri. Perché solo un “morto nell’animo” può dibattere in seno al diritto e fra le pagine dei giornali intorno alla dichiarazione d’un amante. Ad esso o ci si concede o lo si rifiuta.
Coloro che accettano ogni giorno il giogo di uno Stato sempre più insopportabile così come coloro che baciano la mano all’imperversare delle mafie, coloro che leccano i piedi al padrone - per poi ringhiare contro quelli che sono più poveri o più sfortunati - così come coloro che dalla miseria altrui traggono vantaggio, tutti questi, di certo, rifiuteranno le avances degli immigrati di Rosarno. Ma costoro non meritano discorso, non è a loro che si vuole parlare.
Chi di certo ascolterà sono i “libertini”, quegli spiriti che ancora sanno desiderare, che ancora sanno quale è la differenza fra vivere e sopravvivere, fra la libertà e la schiavitù. Che sanno che mille auto incendiate non valgono la libertà e la dignità di un uomo.
La schiavitù è fatta di uomini e di merci, di imprese e di rapporti. Essa è possibile attraverso una politica ogni giorno più xenofoba e classista ed è sostenuta da eserciti in uniforme e mafiosi in doppiopetto. L’amore per la libertà è fatto di complicità e fantasia. La rivolta degli immigrati africani di Rosarno è un dono fatto a noi tutti, ora spetta a noi ricambiarlo.
Perché nessun uomo sarà mai libero finché l’ultima catena non verrà spezzata.
Anarchici e libertari a Genova

ROSARNO: LA VERGOGNA DEI CALABRESI!!!!


IL RAZZISMO GENERA IL RAZZISMO!






IL RAZZISMO HA LA MEMORIA CORTA ...